Izs, la Uil ai Governatori: «Accelerate il cambio della governance»

TERAMO – Dare continuità alla attuale gestione dell’Istituto zooprofilattico Caporale di Teramo, evitando qualsiasi forma di commissariamento dell’Ente, al fine di giungere in tempi contenuti al recepimento della legge di riordino del comparto sanitario e l’invito alla politica delle regioni abruzzo e Molise di mettere immediatamente in cantiere il riordino della governance dell’Istituto teramano. E’ quanto chiede Alfiero Di Giammartino, segretario provinciale della Uil Funzione pubblica, all’indomani di una assemblea tenuta all’Istituto zooprofilattico con parte del personale. La Uil ritiene che esista “la necessità di anticipare le tempistiche previste dal Patto per la Salute recentemente siglato dallo Stato e dalle Regioni, che prevede quale ultima scadenza il gennaio 2015 per la attuazione del riordino degli Izs da parte delle Regioni che non hanno già provveduto”. Di Giammartino chiede di discutere delle problematiche dell’Istituto in un incontro urgente con i Governatori di Abruzzo e Molise ma lancia un appello al Consiglio di amministrazione e alla Direzione, “affinché vengano esplorate tutte le possibili soluzioni al conclamato stato di contrapposizione interna, che sicuramente non apporta alcun beneficio all’Istituto, che sempre con maggiore difficoltà si trova a competere sullo scenario nazionale ed internazionale. E’ il caso di sottolineare che il finanziamento pubblico copre meno del 65% delle esigenze dell’Ente, e che la restante parte del budget viene reperito sul libero mercato, grazie al lavoro ed all’impegno del patrimonio umano dell’IZS”. "Emblematica – aggiunge la Uil -, a nostro avviso, è la questione del compenso autodeterminato dal Cda, calcolato in percentuale rispetto agli emolumenti previsti per il Direttore Generale, (dal 30 al 40% a seconda della carica ricoperta all’interno del CDA dal singolo membro, per un compenso individuale oscillante dai 36.000 ai 48.000 euro annui). Compensi non condivisi dal Direttore Generale prima e dal Ministero della Salute poi che ha infatti invitato il Cda ad adeguarsi alla media nazionale. Il Cda, pur recependo alcune prescrizioni ministeriali allo Statuto, ha di fatto lasciata inalterata la parte relativa ai compensi. La conclusione è che lo Statuto, che avrebbe dovuto rappresentare il primo atto in ordine di importanza da parte del Cda rimane, dopo quasi due anni, ancora da approvare"